martedì 16 febbraio 2010

Un esempio di Web marketing

Di sicuro interesse per chi fa Web Marketing è il progetto della Azienda Trevalli Cooperlat. Da qualche mese è possibile visitare e vivere il Villaggio virtuale NoidiTreValli, una community aperta a tutti, dove la partecipazione è premiata con premi reali!
All'interno del Villaggio troverai tante sezioni e altrettante località da visitare ed approfondire, dal Cinema all'Accademia di Cucina, dalla Scuola alle Fattorie.



Diventare un cittadino è semplicissimo e in pochi istanti sarà possibile condividere ricette, video e creare gruppi di interesse con i propri amici.
Inoltre, grazie alla collaborazione con Ansa, Quotidiano.Net, Il Giorno, Il Tempo, Il Resto del Carlino e la Nazione, è possibile andare all'Edicola per trovare on line anche le notizie della propria città.
In ottica 2.0, il Villaggio NoiDiTrevalli si è espanso anche su Facebook , Twitter. I cuochi dell'Accademia del Gusto del Villaggio hanno aperrto anche un canale Youtube per tutti i fan della famosa community.

martedì 9 febbraio 2010

CRM e Marketing

Il CRM appare come un’attività che, pur rientrando anche nell’ambito della comunicazione, ha caratteristiche, metodi e linguaggio suoi propri che lo collocano in una sfera tra le vendite, il servizio post-vendita e la comunicazione, Relazioni Pubbliche incluse.


Il CRM è un sistema di gestione avanzata delle relazioni con i clienti, che mira a realizzare un’infrastruttura che integri tutte le unità funzionali dell’azienda allo scopo di ottenere la gestione completa del cliente, e pertanto gli ostacoli che si presentano sono di natura organizzativa, culturale e strutturale, perché le unità funzionali dell’azienda non sono abituate a lavorare in modo collegato e a condividere l’informazione in modo automatico.

Il primo obiettivo interno del CRM è quindi quello di far sì che gli operatori di unità aziendali diverse comunichino e si scambino le informazioni necessarie al fine di offrire al cliente un servizio migliore e più personalizzato. Il CRM si pone come funzione trasversale rispetto a più reparti: le vendite e il servizio post-vendita, il marketing, la comunicazione, le ricerche e, per certi aspetti relativi alla qualità del prodotto o servizio, allo stesso R&D (ricerca e sviluppo).

In realtà esso sta ormai diventando, a tutti gli effetti, un nuovo strumento di marketing, che al momento è ancora in attesa di trovare la sua giusta collocazione nell’ambito del marketing mix, ma che del marketing mix fa indubbiamente parte come entità a sé.

martedì 2 febbraio 2010

Le PMI e l'e-commerce

Per comprendere meglio il rapporto tra Pmi italiane e commercio elettronico, la Doxa ha effettuato nei mesi scorsi uno studio a campione su 603 piccole e medie aziende italiane che impiegano tra 1 e 50 addetti .
Dallo studio è emerso che il 25% delle Pmi ha un sito Internet ma solo 14% lo usa per vendere i prodotti o servizi.
La presenza più solida di aziende in Rete è quella di Terziario e Servizi (34%), seguite da Industria e Commercio all’ingrosso (27%), Professionisti (24%) e Commercio al dettaglio (21%).
I benefici percepiti dalle aziende presenti online riguardano essenzialmente il brand value (ovvero il miglioramento dell’immagine legata al marchio, rilevante per il 78% del campione) seguito da vantaggio competitivo (41%), sviluppo del business nazionale (37%), aumento vendite (37%) e margini (33%) e, infine, acquisizione di nuovi clienti (28%).
Le Pmi dichiarano di usare Internet per dare maggiore visibilità al prodotto e attuare strategie di comunicazione (65%) e di considerare il Web uno strumento utile per trovare nuovi clienti (21%), vendere i propri prodotti e servizi (20%) e incrementare le relazioni con i clienti esistenti (15,5%).
Per quanto riguarda i metodi di pagamento online, “tengono” ancora bene quelli tradizionali quali bonifico o vaglia, che insieme seguono carta di credito. PayPal si è confermata quarta metodologia preferita e terza fra i sistemi offerti dai negozi online, davanti alle carte prepagate.
Per scandagliare ancor meglio punti di forza e criticità del binomio Pmi ed e-commerce si possono analizzare i risultati di un altra indagine, commissionata nei mesi passati all’Istituto di ricerche Sinaptica dalla società di management milanese eBit Marketing and Retail Innovation
Su 120 tra top manager e imprenditori di aziende italiane, soprattutto le medie e le piccole rivelano ancora una conoscenza molto frammentata e poco approfondita degli strumenti di e-business.
Si trascurano ancora i benefici che si possono ottenere: e-commerce e acquisti online sono utilizzati rispettivamente dal 28% e dal 31% delle aziende interpellate.
Se dunque il commercio elettronico italiano conta oggi 254 siti (decisamente in crescita rispetto ai 190 del 2006), la distanza dalla media europea resta elevata: in Europa il peso dell’online per i prodotti durevoli di consumo è passato dal 6,4% all’8,6%, con punte elevate in Gran Bretagna, Germania e Repubblica Ceca.
Un peccato per le nostre aziende, visto che la novità che emerge con chiarezza dai dati raccolti è che l’e-commerce sembra rivolgersi soprattutto sull ‘ alta gamma, il che vuol dire alta qualità e Made in Italy: basti pensare che la spesa media degli acquisti online per i beni durevoli di consumo è di 201 euro, contro gli appena 88 euro del commercio tradizionale.